Corridoi come questi odorano di attese.
Corridoi come questi potrebbero raccontare tante storie. Storie di attese. Storie di speranza. Storie di lacrime di gioia. Ma anche lacrime di disperazione. Storie di abbracci in cui rifugiarsi. Storie di sguardi silenziosi di comprensione. Dove le parole non servono.
Corridoi come questi sono segnati dai passi ripetuti di un’attesa. Avanti e indietro avanti e indietro.
I passi di un papà che magari aspetta la nascita del suo bambino durante un taglio cesareo. Mentre per la mamma l’attesa sono stati nove mesi meravigliosi.
L’attesa di un esame o di un’operazione importante. Per il paziente prima di entrare in sala e per i parenti e gli amici che lo aspettano con apprensione durante l’intervento.
L’attesa del chirurgo che si concentra prima di entrare in sala operatoria. Perché sa che su quel freddo tavolo operatorio c’è una persona. Un uomo, una donna o un bambino. Con una storia. Con una famiglia e degli amici che aspettano qualche notizia. C’è una persona che si è affidata a lui e alle sue mani. Una persona che sa per certo che il suo medico farà tutto il possibile.
L’attesa di un esame scolastico. La Maturità, gli esami di Università e la tesi di Laurea. Mi ricordo ancora l’ansia e l’agitazione per ogni interrogazione e per ogni esame. E ogni volta mi dicevo: “Beh, superato questo…” E invece ogni volta c’era sempre una nuova attesa e un nuovo esame.
E anche adesso, in questa nuova avventura e’ così. Ci sono sempre attese. Ci sono esiti da attendere. Ci sono decisioni da prendere. Ci sono momenti che durano troppo. Ci sono responsi che vorresti subito ma purtroppo non sempre è possibile. Convivere con un’attesa e con il dubbio che ne consegue, almeno per me è ancora più snervante di una brutta notizia. Perché una brutta notizia ti porta comunque a delle decisioni da prendere. L’ attesa ti porta solo all’attesa. Puoi fare ipotesi, puoi sperare, puoi pensare, ma non puoi agire.
E per chi come me trova nell’agire il suo Modus Vivendi e il suo affrontare la situazione, e’ molto molto difficile.
E alla fine, nel tuo macchinare mentale, nel tuo fare mille ipotesi e nel trovare tutte le possibili soluzioni, l’unica cosa da fare e’ fidarsi e affidarsi.
Con un sorriso.
E con il cuore.