Spesso mi chiedono come nascano i miei articoli. Mi perdonerà la mia amica Paola ma io non ho un piano editoriale. I miei articoli nascono tra una foto e un’emozione. Nascono nel mille pensieri la sera prima di dormire o in una passeggiata all’aria aperta. Come oggi. Non ero sola c’erano miei bambini e mio marito eppure in alcuni momenti mentre cammini la mente inizia a vagare e i pensieri ad arrivare. Ho iniziato a pensare a tutte quelle cose che la malattia sta trascinando con sé.
La stanchezza, la vera propria astenia di cui spesso parlo che non ti abbandona praticamente mai. O meglio, si attenua nelle fasi adrenaliniche di una giornata o di un periodo per poi ripresentarsi prepotente. Oggi abbiamo fatto dodici km a piedi e già so che domani mattina mi sveglierò come se mi fosse passato sopra un camion, eppure ne è valsa la pena. Per me e i miei bambini. Perché camminare fa bene. In mezzo alla natura ancora di più. Ritagliarsi del tempo per noi cinque poi non ha prezzo. Ma è quella stessa stanchezza con cui a volte ti svegli la mattina pure avendo dormito tranquillamente dodici ore e la ritrovi lì ad aspettarti non appena apri gli occhi stropicciati la mattina.
I dolori muscolari o articolari. Alla braccia e alle gambe. Non riuscire a pulire i tavolini del
Bar perché le braccia proprio non ce la fa. Svegliarsi di notte perché le gambe fanno troppo male. E non riuscire più a riaddormentarsi.
I Capelli. Io sono stata fortunata ,non ho mai perso i capelli ne con l’immunoterapia ne ora con la terapia a bersaglio molecolare. Eppure è evitabile che non siano più voluminosi e forti come una volta. Rimpiango spesso la mia chioma riccioluta. Quella che avevo da giovane e fino a qualche anno fa. Le fantasiose acconciature della mia super amica parrucchiera Viviana. Ora che i capelli sono più radi ci sbizzarriamo con tagli corti e qualche colpetto di colore stravagante.
L’aspetto fisico. 15 kg in più accumulati in 2 anni di terapia. Un incubo. Il continuo altalenarsi tra l’inizio di una dieta e la consolazione di qualcosa di buono. Il desiderio di fare qualcosa per se stesse magari un una palestra e la giornata che ha solo 24 ore con un lavoro, 3 figli e una casa.
Gli sbalzi d’umore. Passare dalla gioia alla tristezza in uno sbattere di ciglia. Arrabbiarsi per nulla. Che poi non è mai per nulla. Perché in fondo in fondo io sono arrabbiata con questo maledetto melanoma. Con questo maledetto tumore. A volte la rabbia esplode come la lava di un vulcano. Altre volte resta inespressa e allora sgorgano le lacrime e mi pervade quel senso di tristezza infinita.
Ecco che cosa porta con se il mio melanoma al quarto stadio. La mia terapia. Quelle 5 pastiglie al giorno. Ecco cosa trascina con se’.
Oltre ai sorrisi, alla forza e al Sole dentro c’è anche questo.
È vero ciò che conta è il risultato finale. L’effetto della terapia sulla malattia metastatica.
Però… anche questi “piccoli grandi “ accessori purtroppo hanno il loro perché. E a volte la malinconia bussa alla porta.