Che cosa resta di due tazzine vuote di caffè? Due tazzine di caffè in un bar di ospedale. Dopo un prelievo. In attesa di una terapia. Oggi per te domani per me. Cosa resta.
Resta la sensazione di una bella chiacchierata. Vera. Intensa. La certezza di aver trovato non solo una compagna di avventura ma anche un’amica vera. Un’amica che anche se fisicamente lontana è molto molto vicina. Perché anche se ci vediamo praticamente solo qui, nella nostra seconda casa e lo diciamo ridendo, prima o poi ci vedremo anche fuori, le nostre famiglie si conosceranno finalmente e i nostri uomini faranno squadra e si sentiranno meno soli. Abbiamo scoperto le stesse fragilità, le stesse paure, le stesse incertezze, gli sbalzi d’umore ma anche le stesse risate, le stesse gioie e le piccole felicità che non solo la nostra malattia ma anche la vita di tutti giorni ci regala. Confrontarci e sorridere degli effetti collaterali. Devo ringraziare il cielo, il melanoma ma anche il buon Dario per averci fatto incontrare, perché mai come oggi ti ho sentita così vicina. Perché quando ci appoggiamo alla spalla di qualcuno e ci mettiamo a nudo, compiamo un atto di coraggio verso noi stessi e facciamo un dono all’altro. Perché certe distanze, non solo fisiche, si colmano in un attimo. Basta uno sguardo, un abbraccio, poche parole e un sorriso.
Ti voglio bene Eli