La vita è fatta di attimi. Tutti i momenti più intensi della nostra vita sono fatti di attimi. Momenti meravigliosi e momenti terribili.
Un attimo prima chiudi gli occhi tenendo stretto un test di gravidanza, e un attimo dopo sei la donna più felice del mondo perché dentro di te sta crescendo una nuova vita. Io questa sensazione meravigliosa l’ho provata per ben 3 volte. Con i miei fantastici bambini.
E sempre per ben 3 volte ho vissuto momenti terribili con il mio melanoma.
1998. Un attimo prima sei una ragazza sana, un attimo dopo ti crolla il mondo addosso. Melanoma. Cancro.
17 anni dopo. Un attimo prima pensi di essere ormai fuori pericolo, un attimo dopo ti ritrovi con un melanoma al terzo stadio. Inizi la tua battaglia con la terapia, ti rialzi quando per una battuta d’arresto ti ritrovi a doverti ricostruire. Inizi a condividere la tua storia in un blog. Conosci persone meravigliose. Guerrieri come te. E mai e poi mai penseresti 2 anni dopo di dover cambiare il nome al tuo blog. Mai e poi mai immagineresti di salire la classifica negli stadi del melanoma. Ma il melanoma e’ uno stronzo.
Un attimo prima entri in ambulatorio per la medicazione 9 giorni dopo una toracoscopia, un attimo dopo senti la voce del chirurgo toracico: “sospetto confermato signora e’ una metastasi” e ti ritrovi in corridoio con un pesantissimo istologico tra le mani. Metastasi polmonare da melanoma. Quarto stadio. Io e la mia sorellina sempre presente. Camminiamo verso l’uscita ancora un po’ sconvolte. Cerchiamo un posto dove sederci. E lì seduta sulla panchina vicino all’ingresso leggo nero su bianco: “Reperto coerente con metastasi polmonare di melanoma”
Metastasi. Polmone.
Tristezza. Paura. Rabbia. Angoscia.
Le lacrime trattenute in questi giorni di attesa scorrono libere mentre mi appoggio alla spalla di Silvia. Questi giorni trascorsi tra il sospetto e la paura ma anche con un piccolissima dose di speranza. Giorni trascorsi in ospedale affrontando un intervento e il dolore fisico post operatorio. Lacrime amare. Perché questo quarto stadio e’ un incubo che si avvera.
Temporeggiamo tra un caffè e le panchine dell’ospedale perché oggi neanche lo shopping sfrenato mi sembra una buona idea. Non ho voglia di fare niente. Non riesco neanche ad alzarmi per andare a casa dai miei bambini.
I miei bimbi. La mia gioia più grande ma anche la mia angoscia più profonda da quando il mio melanoma e’ tornato.
Un messaggio al mio chirurgo preferito e una mail al mio oncologo e dopo 10 minuti le loro risposte pronte disponibili e incoraggianti. E per un attimo riaffiora un sorriso.
Ma oggi il sole proprio non splende. Oggi va così. Perché oggi ho bisogno di incassare il colpo. Oggi ho il diritto di essere triste incazzata e spaventata. Oggi ho il diritto di non aver tanta voglia di parlare. Ho il diritto di piangere e lasciare i rubinetti aperti. E ora che i miei bimbi sono a nanna posso far valere questi diritti.
Dopo aver fatto i compiti con loro, dopo aver cenato con loro, dopo averli accompagnati nel mondo dei sogni, ora posso essere semplicemente io, senza difese e senza filtri. Con le mie lacrime, le mie paure e la mia tristezza.
Come il piccolo principe davanti ai suoi 43 tramonti.
E da lunedì si riprendere a combattere.
Marydallaltraparte
“Perché anche con un melanoma al Quarto stadio quello che conta è avere il Sole dentro”