Ci sono luoghi che hanno da sempre un posto speciale nel nostro cuore. E ce ne sono altri che possono scalare rapidamente la nostra classifica. La montagna è sicuramente parte del mio DNA. Nelle mie cellule si trovano certamente un paio di cromosomi con lo zaino sulle spalle. La montagna ha sempre fatto parte della mia vita sia come figlia che come scout. E ora piano piano io e Cristian cerchiamo di coinvolgere e far appassionare anche i nostri ragazzi. Nel weekend di Ferragosto abbiamo vissuto insieme per la prima volta l’esperienza della notte in rifugio. I letti a castello, i servizi in comune, la camerata, le coperte di lana e il sacco letto, la stufa accesa la sera del 15 agosto, la condivisione e le chiacchiere e l’ospitalità dei rifugisti . Non era quella la meta che avrei dovuto spuntare sulla lista dei miei desideri ma si sa a volte la vita fa giri strani e la casualità ci porta altrove. La casualità a volte ci porta anche più in alto. Non mi sarei mai aspettata nelle mie condizioni di riuscire ad arrivare a 2600 m, addirittura ad un ghiacciaio. Eppure attraverso un sentiero glaciologico, non troppo semplice, anche io ce l’ho fatta. E arrivati a destinazione osservare lo stupore e la meraviglia dei miei figli di fronte a un ghiacciaio e agli stambecchi sulla riva del lago, percepire la loro stanchezza mista a soddisfazione è stato davvero emozionante e a fatica ho trattenuto le lacrime. La salita è stata dura e ognuno di noi con il suo passo l’ha vissuta a modo suo. In montagna a volte è così. Si parte tutti insieme ma spesso poi durante il cammino, soprattutto nei tratti più ripidi, ci si isola un po’ perché ognuno segue il suo passo, la sua fatica e il suo sentire. Perché anche la vita è un po’ così. Siamo circondati da persone che ci vogliono bene, ci aiutano e camminano con noi ma la verità è che il percorso è il nostro, la fatica è la nostra è il peso che portiamo nello zaino è il nostro.  
La malattia, la diagnosi, le cure e gli effetti collaterali. La paura e la speranza. Il coraggio e la forza d’animo. I malumori e la tristezza. La felicità per le cose più banali e la gioia smisurata per le grandi notizie.
Non si tratta di non voler capire o di non voler bene abbastanza, anzi spesso il senso di impotenza vissuto da chi ci sta vicino è logorante.
È una questione di vissuto. Solo chi percorre o ha percorso lo stesso sentiero può capire il nostro stato d’animo. Anche se poi il peso dello zaino, la fatica delle gambe e l’affanno del respiro, quelli saranno sempre solo nostri.

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