Oggi sono stata a fare una visita fisiatrica perché purtroppo il mio braccio destro da quando sono stata operata e ultimamente da quando ho iniziato la terapia mi da parecchi problemi oltre a causarmi dolore.
Ero in sala d’attesa con altre persone che aspettavano la visita e come succede spesso si chiacchiera e ci si confronta. Ho iniziato a parlare con il marito di una signora di circa 75 anni operata al seno. Loro sono entrati prima di me. Quando hanno finito sono venuti a salutarmi. Il marito mi ha stretto la mano dicendomi arrivederci, io ho risposto dicendo auguri a lei e sua moglie. A quel punto appoggiandomi una mano sulla spalla mi dice: “Tanti tanti auguri li faccio io a te perché sei giovane”. Non so perché ma appena si è allontanato ho iniziato a piangere. Non sono riuscita a trattenere le lacrime nonostante ci fosse altra gente presente. E dentro di me è uscito spontaneo un “maledetto melanoma, si sono giovane”. Sono giovane e non è giusto che stia sopportando tutto questo. Non è giusto non poter guardare serenamente al mio futuro e soprattutto non è giusto che io abbia il terrore di non veder crescere i miei bimbi. Sono stata invasa da una strana tristezza nel cuore. Tristezza mista a malinconia. Forse perché lì, al centro di riabilitazione di Mozzo mio papà ha ripreso a camminare dopo un brutto incidente in montagna 10 anni fa. Mi ricordo quando andavo a trovarlo con la mia Gaia di soli sei mesi e a volte lo trovavo passeggiare piano piano nel vialetto del giardino.
Non so se è stata la stanchezza accumulata in queste tre serate meravigliose ma sicuramente estenuanti. Le serate in cui ho rischiato di dimenticarmi di prendere la terapia perché avevo tante cose da fare. Le serate in cui le mie amiche e mia sorella mi dicevano: “adesso basta! ti siedi e mangi qualcosa”. Non lo so. So solo che quelle parole hanno suscitato in me tanta rabbia e tristezza.
Sono uscita dalla visita comunque molto soddisfatta per aver trovato una dottoressa gentile e molto competente.
Mi ha programmato un ciclo di linfodrenaggio per cercare di alleviare un pochino il dolore e il fastidio che provo.
In macchina quando Cristian mi ha chiamato, sono scoppiata a piangere e lui si è anche un po’ spaventato ovviamente.
Non riusciva a capire perché mai piangevo solo per un ciclo di linfodrenaggio e tra le lacrime sono riuscita poi a fargli capire che piangevo disperatamente perchè sono stanca.
Stanca di ospedali.
Stanca di essere malata.
Stanca di questo maledetto melanoma.
Stanca di qualcosa con cui dovrò convivere per sempre.
Buona notte.
Domani andrà sicuramente meglio…
“Ogni mattina il sole cerchiamolo dentro di noi, prima ancora che in cielo.
Se lo troviamo, sarà una splendida giornata…”
A. Degas