Come la mia borsa

Sono ormai quattro anni che ogni 28 giorni vengo in ospedale per fare gli esami, la visita in oncologia e ritirare la mia terapia. Per tenere a bada un melanoma metastatico che ha deciso di arrivare ai miei polmoni.

La mia dose mensile di farmaci. Uno di questi due farmaci (il trametinib) si conserva in frigorifero. La prima volta che ho iniziato la terapia era luglio e nessuno mi aveva dato indicazioni. Quindi non avevo portato con me il necessario. La farmacista dell’ospedale mi aveva gentilmente prestato un ghiacciolino, avevo messo il farmaco davanti alla bocchetta dell’aria condizionata in macchina ed ero tornata a casa molto velocemente, terrorizzata che potesse compromettere la terapia. Da quella volta in poi mi sono sempre organizzata con una bella borsa frigo e un paio di ghiacciolini. Sono passata dalle borsa frigo delle Ceres, a quella di Hallo Kitty. Sempre con stile insomma.

Oggi sfoggio la mia borsa frigo nuova nuova con un bel pensiero come succede spesso con le borse Pandorine. La mia schiscia bag. Happy mind happy life

La mia prima pandorina era stata un regalo speciale della mia amica Vivi.

Mi Piacciono molto queste borse. Mi piace l’idea che esprimano un bel pensiero. In modo diretto. Come quando l’espressione del nostro viso dice ciò che non stiamo esprimendo a parole.

Mi piacciono tutte le borse. E spesso mi sento come le mie. Disordinata ma organizzata. Tante cose tutte insieme. Multitasking.

Donna e mamma. Lavoro, casa, famiglia, amiche, cure oncologiche, Associazione e tempo per me.

Sono così. Come la mia borsa.

Disordinata ma organizzata.

Ps: i controlli di oggi sono andati bene. Tagliando superato. Torno a casa con la mia dose mensile di terapia.

Sii paziente

“Sii paziente: la vita non ti chiede mai scusa, ma trova sempre il modo di farsi perdonare.”

Essere pazienti. Portare pazienza. Avere pazienza. E noi pazienti oncologici (così come molti altri) di pazienza ne abbiamo tanta. Abbiamo pazienza quando aspettiamo che una terapia faccia effetto. Pazienza quando una terapia non funziona e ci aggrappiamo disperatamente a un’altra possibilità. Quando perdiamo un compagno di viaggio e la fiducia inizia a vacillare. Quando aspettiamo l’esito di un esame del sangue, di una tac, di un istologico, di una risonanza, di una PET e potrei continuare all’infinito. Quando aspettiamo di ascoltare le parole del medico che pronunciano un verdetto:”La malattia è in remissione” nella migliore delle ipotesi. “La Malattia è in progressione” è un incubo che si avvera.
Portiamo pazienza quando sopportiamo i commenti e le frasi indelicate di chi pensa di sapere tutto di noi. Di chi si arroga il diritto di giudicare senza aver mai indossato le nostre scarpe e percorso i nostri passi.
Portiamo pazienza quando il cancro ci divora l’anima con l’ansia e la paura di morire.
Portiamo pazienza quando vediamo il nostro corpo cambiare per colpa della malattia o per colpa di una terapia che vuole salvarci la vita.
Però… Portiamo pazienza anche nel saper cogliere il bello nelle piccole cose. In una giornata di sole e in un sorriso sincero. Portiamo pazienza mentre aspettiamo che la vita si faccia perdonare.