Eccomi qua alla fine di questo 2015.
È stato un anno davvero difficile. Intenso.
La diagnosi, l’intervento, la riabilitazione, la terapia oncologica, la psicoterapia, il posizionamento del port-a-cath, gli effetti collaterali, la sospensione della terapia, i controlli.
E tutto questo condito da tanta paura, rabbia, tristezza, delusione, sofferenza, disperazione… ma altrettanto coraggio, forza, voglia di reagire, voglia di vivere, gioia di vivere!!!
Come dice Ferzan Ozpetek per spiegare il titolo del suo film, Allacciate le cinture, “Prima o poi arriva per tutti noi una turbolenza. Non quella che capita in aereo. Quella che ci stravolge l’esistenza.”
Ed è proprio così. E non è solo la tua vita ad essere sconvolta ma anche quella di tutte le persone che ti vogliono bene e ti sono vicine.
Perché anche se è vero che non potranno mai capire fino in fondo come ti senti e cosa ti passa per la testa… È altrettanto vero che provano sentimenti contrastanti che vanno dalla paura alla speranza, dalla tristezza alla certezza che andrà tutto bene.
Le tue amiche e i tuoi amici. C’è chi non ti chiama perché il dolore è troppo grande, soprattutto nel periodo della stadiazione quando tutto è così incerto. C’è chi si fa in quattro per trovare qualunque soluzione o rimedio. O per sollevarti dalle fatiche durante la terapia. O per farti sapere che c’è anche solo con un semplice sms. In ogni caso si comportano così perché ti vogliono bene. A voi AMICHE e AMICI dico GRAZIE.
La mia Dott.ssa Ripa. Una presenza silenziosa ma preziosa. A te Cri, dico GRAZIE
La tua famiglia. Come dice John Green nel libro Colpa delle stelle “C’è solo una cosa peggiore di avere un tumore. Avere un figlio con un tumore.” Ed è proprio vero. E io, mamma di tre meravigliosi bambini, ho ripetuto queste parole ai miei genitori perché so con certezza che per i miei genitori è così. So che farebbero un patto con il diavolo se potessero fare cambio. È quello che vorrebbe qualunque genitore. E combattono con te cercando di sostenerti in tutti i modi e facendoti reagire quando serve. A voi MAMMA e PAPÀ dico GRAZIE.
La mia “sorellina”. Sempre presente. La malattia non ti rende più buono o più cattivo. La malattia screma i rapporti. Rende migliore i rapporti veri. Come il nostro. Tu sempre presente, apparentemente sempre forte, sempre roccia…ma sempre con almeno un piede per terra, perché sai che io voglio che sia così. Tu che in questo anno quando ho pianto per paura, delusione o disperazione mi hai abbracciato forte forte senza parlare. Perché a volte le parole non servono. A te SILVI (e al mio cognatino Simone, presenza discreta ma solido sostegno ) dico GRAZIE.
Il mio maritino. Tu che insieme ai nostri meravigliosi bambini siete stati e siete la mia forza. Tu che hai forse più paura di me, ma lo nascondi benissimo e ripeti sempre “Andrà tutto bene “. Tu che a volte “scappi ” e hai trovato nel tuo lavoro una via di fuga… Almeno per la testa!!! Tu che mi ami così tanto. Perché io lo so anche se non lo dici spesso. Perché me lo dimostri in tanti modi. Anche se a volte sono modi diversi dai miei. Tu che sei la mia valvola di sfogo, il mio cestino.Tu che sopporti le mie arrabbiature. Tu che ascolti i miei sfoghi a volte deliranti. A te CRISTIAN, amore mio, dico GRAZIE.
I miei adorati bambini. Grazie a voi in questo anno ho sempre ritrovato la voglia e la forza di rialzarmi e ripartire. Con i vostri sorrisi e con i vostri capricci. Fa tutto parte di voi e quindi della nostra vita insieme. A voi, GAIA, GIULIA e ALESSANDRO dico GRAZIE.
La mia psicologa, Dr.ssa Cometti. Per me ormai Laura. Per avermi aiutato a scavare e risalire. Per esserci sempre. Per il tuo modo di fare dolce ma deciso. Per la tua sensibilità e professionalità. A te Laura, GRAZIE.
Ai miei compagni di avventura dico GRAZIE. Pazienti come me. Per le chiacchiere e le confidenze durante le terapie. Per i sorrisi e gli sguardi di comprensione nei corridoi e nelle sale d’attesa.
A chi non c’è più…. GRAZIE per il vostro esempio, il vostro coraggio e la vostra dignità.
Ai miei medici. Dr.Mandala’ e Dr. Piazzalunga. GRAZIE per tutto quello che fate ma soprattutto per le belle persone che siete.
E infine GRAZIE a ME. Per aver saputo affrontare tutto questo, per avere trovato e trovare sempre la forza di continuare. Per i momenti bui, per la gioia di una TAC negativa, per i miei sorrisi, per le mie lacrime, per il sole dentro di me, per il coraggio di andare avanti e a volte cambiare. Come dicevo, la malattia non ti rende più buono o più egoista. La malattia mette a fuoco situazioni che vedevi benissimo anche prima. Semplicemente ti da la spinta per fare un salto se prima ti è sempre mancato il coraggio.