Durante le nostre vacanze sull’Isola di Rab, vicino alla nostra spiaggia c’era un pontile da cui potersi tuffare. Non era particolarmente alto eppure mi è servito un po’ di tempo per decidermi a saltare.
E mentre me ne stavo lì titubante mi sono ricordata di quando un’estate di tanti anni fa, ho saltato dal trampolino più alto della piscina Italcementi, solo per seguire il ragazzo che mi piaceva e non essere da meno.
Quindi, mentre i miei bimbi aspettavano che io saltassi per prima, mi sono avviata al bordo e senza nemmeno contare fino a tre mi sono tuffata. Ed ecco una serie di sensazioni bellissime. L’adrenalina di fare un salto nel vuoto. Il senso di libertà e leggerezza mentre cadi. L’acqua fredda e profonda che ti accoglie. E dopo qualche secondo di apnea riemergi per respirare a pieni polmoni. E sorridi soddisfatta.
Quando poi qualche giorno dopo ti ritrovi di nuovo sul trampolino della barca pronta per un nuovo tuffo, devi ritrovare un po’ di quel coraggio. E lo ritrovi… non avere dubbi. Perché il coraggio ormai fa parte di te. Non si esaurisce mai. Anzi. Si rigenera ogni volta che ne usi un po’. Ogni diagnosi. Ogni intervento. Ogni terapia. Ogni brutta notizia. Ogni esame invasivo. Ogni lacrima. Ogni momento di rabbia.
Il coraggio si rigenera. Come un’unica fiamma da cui si accedono tantissime candeline. Il coraggio è così.
E non c’è solo il coraggio di combattere un cancro. Un maledetto melanoma che ha deciso di arrivare ai tuoi polmoni. O qualunque altra brutta malattia.
C’è il coraggio di essere una mamma con tre bimbi che combatte.
C’è il coraggio di un genitore che ha perso un figlio per sempre.
C’è il coraggio di un figlio che assiste un genitore che l’Alzheimer sta “portando lontano”.
C’è il coraggio di un papà che ha perso il lavoro ma non si arrende.
C’è il coraggio di un ragazzino adolescente che sopravvive in un “mondo” di bulli.
C’è il coraggio di una mamma che ha deciso di lasciare un amore finito e si barcamena come può, per se stessa e i suoi bambini.
C’è il coraggio di un genitore che vede suo figlio malato e scenderebbe a patti con il diavolo per potersi sostituire all’amore della sua vita.
E più banale oggi per me c’è il coraggio di scegliere la foto per questo articolo. Avrei potuto scegliere la foto di un bel salto dei miei bambini.
Ma il vero coraggio è anche mostrarsi per come si è. Con tutto il mio peso di troppo.
Sarebbe facile dare tutta la colpa al cancro. Anche se è vero che in un anno di terapia ho guadagnato dieci chili in più.
Sarebbe facile dare tutta la colpa ai chili mai smaltiti dopo le tre gravidanze.
Ma io non sono solo una mamma di tre bambini con un tumore.
Io sono prima di tutto una donna. E la verità è che un cucchiaio di Nutella in un momento di sconforto, è impagabile. E un aperitivo con le amiche è tempo prezioso. La verità è che ci vuole impegno, costanza ed energia. E a volte tutte queste energie io le dedico ad altro.
E passo da momenti in cui mi vedo bellissima con un nuovo tubino nero doppiaXL, a momenti in cui decido di camminare tutti i giorni per tornare in forma.
La verità è che il vero coraggio sta nell’accettare il nostro essere meravigliosamente imperfetti.
Con la cellulite e le smagliature ma soprattutto con tutti i nostri limiti e le nostre paure.
Perchè senza paura non esiste coraggio.
Brava Mari!
Complimenti per i tuffi!!
Qualche giorno fa guardavo le altre donne in costume in spiaggia, cercando di capire a quale assomigliassi di più come forme. Fianchi larghi, meno larghi, più larghi, pancia, seno, braccia.. non mi ritrovavo in nessuna. Tutte diverse. E poi mi sono sentita una dolcezza infinita verso tutti i fianchi larghi, i seni cadenti, le braccia tonde e le pance gonfie, tutte. Uguali. Indaffarate a dare fiducia, a spalmare creme, a chiamare e a lasciar andare, a cercare un succo in borsa o mangiare un gelato di sabbia, a guardare le altre e a guardare l’orizzonte del mare.
Ad ogni modo, anche a me piace tantissimo tuffarmi!
Un abbraccio
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