Madagascar

In questi giorni mentre trasferivo un po’ di file e foto sul mio nuovo bellissimo computer portatile, ho riguardato per caso  le foto del mio viaggio in Madagascar.

E sono riaffiorate 1000 emozioni.

Era la fine di aprile del 2005 quando sono partita per circa un mese per aiutare le Suore Missionarie (Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù) nel loro dispensario ad Ambatondrazaka, una città molto povera a 300 kilometri dalla capitale Antananarivo.

La mattina lavoravo nel piccolo laboratorio che avevano allestito, mentre nel pomeriggio aiutavo le suore con le medicazioni a domicilio oppure nelle attività di scuola e canto con i bambini.

E’ stata un’esperienza meravigliosa.

Fortemente voluta perché in quel periodo ne avevo davvero bisogno. Avevo bisogno di staccare da tutto e ripartire. Una brutta delusione d’amore ma anche tanta voglia di fare. Voglia di mettermi alla prova con un’esperienza di vita intensa e vera.

Una vita completamente diversa. Fatta di colori, profumi, odori e sapori completamente nuovi.

Un cielo infinito. Distese immense di natura incontaminata.

Una povertà mai vista prima. Difficile persino da immaginare.

Proprio stasera ho riletto il diario che avevo tenuto durante quel mese lontano da casa e oltre a ringraziare me stessa per averlo scritto e conservato, mi sono commossa nel rileggere quelle righe. Non potrò mai dimenticare quanto  mi hanno donato e arricchito tutte le persone che ho conosciuto e incontrato. Proprio loro che non avevano poco o nulla di materiale.

Il saper sorridere nonostante le avversità della vita. Apprezzare quel poco che si ha senza lamentarsi troppo di ciò che manca.

Un po’ come cerchiamo di fare noi pazienti ogni giorno. E non solo noi pazienti, ma anche tutti coloro che devono affrontare un periodo tempestoso della loro vita.

Perché il sole quando incontra la pioggia, dona sempre la vita a un meraviglioso arcobaleno.

Insomma…nelle righe di quel diario ho ritrovato un po’ della Mary di oggi.

Certo, il carico da sostenere non era lo stesso, ma lo spirito e la grinta sì.

Durante quel viaggio avevo letto diversi libri ma uno in particolare mi è rimasto nel cuore: “Sognavo di correre lontano ” di Ron McLarty.

E la frase che ho ritrovato appuntata sul mio diario e che sento ancora fortemente mia, è tratta proprio da lì.

“Non ero più una valigia piena zeppa di roba in disordine. Avevo imparato a prendere solo ciò che mi serviva davvero.”

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