Mi mancano.
Mi mancano i miei bimbi che giocano tutti insieme. Mi manca la confusione che fanno.
Mi mancano i momenti noi cinque insieme.
In questi interminabili giorni di ricovero di Giulia, quando mi capita di tornare a casa sento che manca qualcosa. Si sente che siamo incompleti. E sarebbe così anche se fosse in ospedale un altro dei miei bambini. Non so cosa provano loro durante i miei ricoveri. Ma per me è tremendamente difficile. Vorrei essere contemporaneamente in due posti … in ospedale con Giulia e a casa con Cristian, Gaia e Ale. Da quando il mio melanoma è tornato ho imparato ad accettare chi si offre di aiutarmi, ho imparato a chiedere e anche in questo periodo con Giulia in ospedale ho trovato tante braccia tese e le ho afferrate volentieri. Ma quando oltre a un cancro al quarto stadio devi affrontare la malattia di uno dei tuoi figli, per la testa e per il Cuore diventa tutto più difficile. Tutto più pesante. E allora ti ritrovi seduta in fondo alle scale dell’ospedale, vicino alle macchinette del caffè, macchinette che ormai ti conoscono per nome e ti hanno vista negli orari più strani. Grande invenzione la caffeina. Come dice il mio chirurgo preferito.
E seduta sui quei gradini tornano le lacrime. Copiose. Come le gocce di pioggia di ieri. Pioggia tanto attesa. Pioggia di cui la terra e l’ambiente sentivano il bisogno. Pioggia di lacrime che chiedevano di essere liberate. Lacrime di stanchezza. Dentro e fuori. Lacrime davanti a un caffè. E davanti a messaggi di speranze e promesse.
E come sempre, dopo la pioggia torna il sole.
Come stamattina.
Dopo le mie lacrime di ieri.
Dopo le lacrime di Giulia per la delusione di non poter ancora tornare a casa.
Torna il sole e tornano i sorrisi.
I nostri.
Perché Giulia è forte. Come la sua mamma.
E insieme supereremo anche questo temporale.
❤❤❤❤❤
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